diamante

Diamante

Cos’è e da dove viene?

Il diamante è una delle tante forme in cui può presentarsi il carbonio mentre la seconda forma più conosciuta è sicuramente la Grafite.
Due minerali molto diversi tra loro che tuttavia condividono lo stesso elemento chimico. La grafite è opaca, di colore nero e con una bassa durezza, il diamante è invece spesso trasparente e con un’elevatissima durezza.


Il Diamante è infatti il minerale naturale con il valore di Durezza (resistenza alla scalfittura) più elevato sulla terra piazzandosi al decimo gradino della scala di Mohs; Questo significa che il diamante non viene scalfitto da nessun altro materiale se non da sé stesso.
Il diamante, tuttavia, è considerato una pietra Fragile ovvero, presenta una elevata facilità alla sfaldatura o alla frattura.


La genesi del diamante avviene nel mantello terrestre tra i 150 e i 225km di profondità in condizioni di pressione e temperatura elevatissime. I cristalli vengono poi portati in superficie, inglobati all’interno di una roccia detta Kimberlite, da condotti vulcanici mediante eruzione. In seguito, attraverso l’erosione, la kimberlite viene sgretolata facilitando così il ritrovamento dei diamanti in giacimenti secondari di tipo alluvionale.

La datazione è un dato molto difficile da calcolare a causa della purezza chimica del diamante, tuttavia, i geologi stimano che i diamanti ritrovati in superficie possano essersi formati addirittura 1,6 Miliardi di anni fa! Un tempo enorme, che bisognerebbe sempre tenere presente quando si guarda o si tocca il proprio gioiello con incastonato un diamante, perché di fatto si sta tenendo in mano un frammento di storia della nostra cara Terra.

Il taglio e la forma

Poche righe fa ho specificato che il Diamante è il minerale naturale con la durezza più alta sulla terra.
Com’è possibile tagliarlo allora? Fortunatamente questo livello di durezza non è massimo in tutte le direzioni, sfruttando la sfaldatura e la fragilità del diamante gli abili tagliatori possono, con il colpo giusto nel punto giusto, cominciare a donare una struttura al nostro diamante partendo dal grezzo. Successivamente mediante abrasione di un diamante l’uno contro l’altro o con il più moderno laser si ottiene la forma e il taglio definitivi. Infine, utilizzando dei dischi abrasivi ricoperti di polvere di diamante si vanno a impostare le faccette e la lucidatura finale della nostra gemma.

Esistono diverse forme e tagli del diamante, l’aspetto più conosciuto e sicuramente quello definito come:
Forma Rotonda, Taglio a Brillante.

Questo tipo di taglio presenta ben 57 “faccette” distribuite su tutta la superficie del diamante garantendo la massima riflessione della luce.

È importante specificare che il taglio, le proporzioni, la simmetria e la lucidatura (politura) del diamante sono importantissime
al fine di ottenere la brillantezza e l’aspetto finale migliore possibile.

Il giudizio si basa sull’osservazione della pietra a lente dieci ingrandimenti (10x) e può essere definito:
Eccellente (EX), Molto Buono (VG), Buono (G), Media (M), Scarsa (P)

Colore

Sapevate che i diamanti in natura possono essere trovati in tutte le colorazioni possibili?

I più comuni sono sicuramente l’incolore, il giallo e il bruno.
Mentre molto più rare sono le tonalità del verde, dell’arancio, del rosa, del blu, e del rosso.

La colorazione nel diamante dipende principalmente dalla presenza di altri elementi al di fuori del carbonio all’interno del diamante stesso (reticolo cristallino) ad esempio la presenza di Azoto porta ad una colorazione gialla mentre il Boro favorisce la colorazione blu. Percentuali maggiori di questi atomi portano a una maggiore saturazione del colore che, se sufficientemente evidente, può portare alla classificazione del famoso “Fancy Color” o “Colore Fantasia”.

 scala colore diamanti serie giallo finita

Per classificare il colore dei diamanti si utilizza una scala che va dalla lettera D alla Z (dove D è la saturazione del colore più bassa e Z la più alta) l’osservazione viene eseguita mediante pietre di paragone utilizzando una particolare lampada detta “a luce nordica” o 6500k.

Caratteristiche interne o “Purezza”

Con il termine caratteristiche interne si intende qualsiasi anomalia presente all’interno del diamante: fratture, tracce di sfaldatura, inclusioni cristalline di minerali diversi.

Il Gemmologo esegue l’osservazione e la classificazione utilizzando sempre una lente 10 ingrandimenti (10x) dando il proprio giudizio relativo alle caratteristiche interne: numero, dimensioni e posizione delle inclusioni e naturalmente la visibilità delle stesse.

scala purezze no sfondo

IF: Assenza di caratteristiche interne alla lente 10x. (Internamente puro)
(Internally Flawless)

VVS (VVS1-VVS2): Caratteristiche interne molto molto piccole, molto difficili da individuare alla lente 10x.
(Very very small inclusions)

VS (VS1-VS2): Caratteristiche interne molto piccole, difficili da individuare alla lente 10x.
(Very small inclusions)

SI (SI1-SI2): Caratteristiche interne piccole, facili da individuare alla lente 10x.
(Small inclusions)

P (P1-P2-P3): Caratteristiche individuabili anche ad occhio nudo.
(Piquè)

Peso

Il peso (o massa) è un elemento indispensabile nella valutazione del Diamante. La misurazione avviene utilizzando delle bilance elettroniche o meccaniche estremamente sensibili.

L’unita di misura utilizzata sono i Carati (ct). Un carato corrisponde ad 1/5 di grammo.
La parola deriva dall'arabo qīrāṭ, "ventiquattresima parte", a sua volta derivante dal greco κεράτιον, kerátion (diminutivo di κέρας, keras: "corno"), ovvero "siliqua di carrubo", i cui semi erano ritenuti avere una massa eccezionalmente costante. Gli scienziati suppongono che la massa del seme del carrubo sia stata presa come elemento di comparazione per il fatto che è relativamente facile constatarne la differenza dimensionale a occhio nudo.

Se la pietra è molto piccola si utilizza come unità di misura la centesima parte del carato,
denominato commercialmente “punto” (1ct = 100 punti)

 

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